Con lo sviluppo della fotografia, e in particolare della pellicola cinematografica (film) di celluloide, divenne possibile registrare le immagini "in continuum". L'uso della pellicola, inoltre, era decisamente più comodo per un sistema di proiezione delle immagini ad un pubblico, quando all'epoca si usavano strumenti che potevano essere utilizzati da una persona per volta, che doveva guardare all'interno dell'oggetto.
Il 28 dicembre 1895 i fratelli Lumière proiettarono al Grand Café des Capucines di Parigi dieci film di circa un minuto l'uno, tra i quali un primo piano di uno dei fratelli e sua moglie che davano da mangiare a loro figlio e L'arroseur arrosé (L'innaffiatore innaffiato).
L'intento dei fratelli Lumière era quello di dare allo spettatore la sensazione del vero, e ci riuscirono pienamente. Infatti in uno dei loro primi corti ripresero un treno che rientrava in stazione e chiunque lo vedeva aveva paura che il treno lo travolgesse.
Il cinema fu inizialmente pura arte visiva. Comunque, quando un film veniva proiettato in un cinematografo, per lo più teatri adattati alle esigenze, i proprietari dei locali ingaggiavano dei musicisti per accompagnare la proiezione con la musica. I musicisti, solitamente pianisti, cercavano di adattare i pezzi suonati con quanto veniva mostrato sullo schermo.
Più tardi, lo sviluppo tecnologico permise di creare una colonna sonora sincronizzata con le immagini sullo schermo, e che poteva essere registrata a parte dalle riprese del film. I film sonori vennero inizialmente conosciuti come "film parlanti".
L'ultimo decisivo gradino che ha portato il cinema alla concezione moderna fu l'introduzione del colore, che venne adottato più gradualmente rispetto al sonoro. Con lo sviluppo della tecnologia, sempre più film si avvalsero del colore, ed è oggi ormai una pratica quasi universale, diversamente dalla fotografia, dove il bianco e nero è sopravvissuto per vari motivi. Ma ancora oggi in non pochi casi, il postulato di Eisenstein sul bianco nero come forma d'arte viene raccolto: basti pensare a numerosi registi dell'era del colore come il Wim Wenders de "Il cielo sopra Berlino", Michelangelo Antonioni o Federico Fellini. Quando il cinema torna agli antichi splendori, il bianco nero torna a sottolineare che la lanterna magica è ancora in grado di incantare la realtà.
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